Lucciole in piazza a Genova “La prostituzione non è reato”

Genova – Per i vicoli di Genova ha sfilato oggi la popolazione delle lucciole, per ricordare che la prostituzione non è reato e che i clienti delle prostitute non sono criminali. Le lavoratrici del sesso, tutte con mascherine sugli occhi e un ombrellino rosso, hanno distribuito volantini ai passanti intorno a piazza Campetto. Il messaggio è diretto alla cittadinanza e al sindaco di Genova, Marta Vincenzi: “le prostitute fanno parte da sempre di questo contesto” e non è pensabile “sfrattarle per metterle in condizioni di pericolosità”. Obiettivo della protesta è il provvedimento adottato dal Comune che vieta di affittare i bassi per uso abitativo.

Pia Covre, leader storica del movimento e presidente del Comitato per i diritti delle prostitute, ricorda al sindaco che “sarebbe più utile aiutare queste ragazze per non farle sottostare ad affitti troppo alti”. “Non siamo criminali – dice Covre – e non sono criminali i nostri clienti”. Ed è quello che ripetono le ragazze in giro per il vicolo con gli ombrellini rossi: “Non siamo criminali”.

La gente sorride e prende il volantino dove sono elencate le rimostranze delle lucciole. Un volantino che ha come intestazione la prima strofa di ‘Via del Campo’ di Dè Andrè dedicata a Boccadirosa.
Quella Boccadirosa che, come recita il volantino “secondo il sindaco Vincenzi non c’è più”. “E invece Boccadirosa c’è e lotta insieme a noi” dicono le ragazze, intenzionate a incontrare ancora il sindaco di Genova per spiegare le loro buone ragioni. Perché, dice ancora Covre, “ci sono ancora margini di trattativa”.

Ma c’è di più, nei vicoli di Genova: c’è anche la volontà di ricordare che “la proposta di legge del ministro Mara Carfagna non eliminerà il racket. La criminalità organizzata per soddisfare la domanda, che non cesserà, sposterà le donne in appartamenti dove la violenza, gli abusi e le aggressioni avranno gioco facile“.

Ciascuna ragazza ha appuntata sul petto una spilla con il titolo della campagna avviata dal Collettivo delle prostitute di Bologna contro l’ordinanza sindacale che vieta un certo tipo di abbigliamento in strada. Una frase forte: “Anch’io sono una puttana“. “Parlano di decoro delle forme – ha detto Covre – ma stiamo scherzando? Avanti di questo passo, torneremo a dire che se una donna viene violentata se l’è voluta“.

Il documento diffuso dalle lucciole è lungo e complesso e affronta temi annosi e tante richieste: “Venite a scoprire che la prostituzione è un fenomeno che non si può combattere. E’ un fenomeno che va ascoltato”. Aumentano gli ombrellini rossi nei vicoli e i volti, sotto le mascherine, hanno colori multietnici. Perché, ricordano le lucciole, “dietro ad una gonna corta ci sono storie di un mondo che vale la pena di conoscere”.

da La Repubblica

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