«Cortei vietati? Incostituzionale» Il Tar boccia il Campidoglio

LA SENTENZA HA ACCOLTO IL RICORSO CONTRO L’ ORDINANZA, IL SINDACO VOLEVA RINNOVARLA QUEST’ ANNO

La sentenza del Tar sull’ ordinanza con la quale il sindaco Gianni Alemanno vietò lo svolgimento di cortei nel centro storico della città, è chiarissima: «L’ azione amministrativa è (…) connotata da più profili di illegittimità». Per spiegare: quel provvedimento comunale – «adottato al di fuori dei poteri straordinari attribuiti al commissario», scrive il Tar – viola l’ articolo 17 della Costituzione, che tutela la libertà di riunione. La sentenza dei giudici del Tar del Lazio, che ha condannato Campidoglio e Presidenza del Consiglio al pagamento di tremila euro, è inequivocabile: «Un provvedimento amministrativo non può mai legittimamente imporre, una volta per tutte, limitazioni o sacrifici al diritto di riunione in luogo pubblico e alla libertà di corteo». Bisogna fare un passo indietro, per spiegare ciò che è accaduto negli ultimi mesi a Roma e ieri al Tar. A ottobre ci furono i disordini di piazza San Giovanni, e poco dopo il sindaco emanò questo provvedimento: sit-in solo in alcune piazze del I Municipio, cortei al sabato e in itinerari prestabiliti. Nelle 7 pagine del dispositivo, i giudici fanno spesso riferimento all’ articolo 17: «Una regola (…) che incide sulla libertà di riunione garantita dall’ articolo 17 è evidentemente violativa di tale norma costituzionale». È uno dei motivi per i quali è stato accolto il ricorso presentato dalla Fds, dai consiglieri regionali Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, per i quali «si dimostra così che manifestare non è un reato». Ed è vero che «l’ ordinanza nel 2012 non è più in vigore», come spiega Manuela Grano, del collettivo dei legali di Prc, ma nella stessa sentenza si fa riferimento, a pagina 3, alla «efficacia conformativa della sentenza». Per spiegarne la portata, basta un esempio. Quando il Tar non concesse la sospensiva dell’ ordinanza comunale, il sindaco disse: «Il Tar ha di fatto confermato la validità del nostro atto. Cercheremo di trovare un’ intesa con il ministero per rendere permanente la regolamentazione dei cortei». Nel caso, bisognerà riscriverla: stavolta, nel rispetto della Costituzione.

Capponi Alessandro

da Corriere.it

Roma, da metà’giugno ordinanza antialcol

(AGI) – Roma, 26 mag. – “Abbiamo gia’ fatto un pacchetto di ordinanze per il controllo della movida ed entro meta’ giugno ne arrivera’ un altro, con gli interventi gia’ fatti la scorsa estate, come l’ordinanza antialcol, che sono stati fortemente richiesti da tutte le associazioni del centro storico”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo aver incontrato i rappresentanti di residenti ed esercenti del centro storico della capitale.

da AGI.IT

Il Comune di Roma contro la movida

Movida, offensiva dei vigili Raffica di multe e sequestri

di Stefania Scarpa

Continua l’offensiva del Comune contro la movida nottura. Somministrazione di alcolici, orari di chiusura, spettacoli senza autorizzazioni, licenze, norme sanitarie: non conoscono sosta le verifiche serali della sezione amministrativa del gruppo centro storico della polizia municipale. E fioccano multe e sequestri per chi non è in regola. La situazione migliora, dunque, anche se i problemi sono sempre in agguato. Di giovedì sera l’ultimo fatto di cronaca da segnalare. Sotto accusa, questa volta, la movida di San Lorenzo, dove quattro ragazze tra i 19 e i 21 anni, dopo aver tentato di rubare delle birre in un pub e aver rotto una bottiglia di vetro in testa alla proprietaria cinese, si sono prima allontanate e poi sono tornate con i rinforzi per picchiare il marito della titolare e distruggere il locale.
Dal primo gennaio le unità preposte alle verifiche sulla regolarità nell’esercizio di tutte le attività di somministrazione, di ricettività, di vendita e altro, hanno comminato 353 sanzioni, di cui 25 penali. Dei 328 verbali amministrativi elevati molti interessano violazioni a ordinanze sindacali come quella dei manifesti, 20 hanno riguardato illecite protrazioni orarie e 21 hanno colpito varie attività abusive. Le occupazioni di suolo pubblico irregolari sono state sanzionate 139 volte e 11 verbali sono stati consegnati per attività di pubblico spettacolo non autorizzate. Durante la movida notturna sono stati perseguiti anche 9 locali per somministrazione di alcolici oltre l’orario consentito e 3 per mancanza del dovuto certificato antincendio. Sette persone sono state denunciate per disturbo alla pubblica quiete e 13 per mancanza del nulla osta di agibilità per attività di pubblico spettacolo. Notificate anche 5 ordinanze di chiusura per inosservanza a provvedimenti del Comune o della Asl. Effettuati anche 900 sequestri di cui 119 penali. «I dati sui controlli effettuati dalla municipale nei primi quattro mesi dell’anno confermano il buon lavoro della giunta Alemanno per garantire il rispetto delle regole anche nell’ambito del centro storico dove la forte presenza di attività commerciali e di flussi turistici può creare criticità sul piano della gestione di fenomeni connessi alla sicurezza», commenta il delegato del sindaco alla Sicurezza, Giorgio Ciardi. Il sindacato Sulpm approfitta invece dell’occasione per fare qualche rivendicazione. «Se la municipale deve stare dietro ad ogni singola ordinanza e alla movida, occuparsi di commercio, edilizia, viabilità, anagrafe, sicurezza, in un territorio cosi vasto, occorre che il Comune si affretti a distribuire le divise ai molti agenti a cui ancora mancano e assuma tutti i restanti idonei della graduatoria altrimenti non riusciamo a mettere in strada gli agenti», dice Alessandro Marchetti, segretario generale aggiunto del Sulpm, che però «assolve» Alemanno: «I problemi della municipale vengono da lontano e da una mancata programmazione secondo gli obiettivi».

da Il Giornale

I graffiti sui muri hanno un prezzo- Maxi multe a Roma – E Milano si costituisce parte civile in tribunale

dalle città nuova guerra ai writer

di PAOLA COPPOLA

ROMA – Monumenti, palazzi, tram “liberati” dai graffiti. Roma dichiara guerra al degrado e adotta maxi multe contro writer e imbrattatori. Da oggi non saranno più tollerati disegni e scritte con le bombolette spray, rischia una multa di 1000 euro anche chi vende gli “arnesi del mestiere” ai minori. Così stabilisce un’ordinanza del sindaco Alemanno che fa parte di un pacchetto di misure contro chi sporca le strade. Colpito anche chi getta i pacchetti di sigarette, abbandona su auto e motorini volantini o affigge manifesti abusivi, tema scottante in campagna elettorale. L’ordinanza in vigore fino a gennaio 2011 prevede 500 euro di multa se si imbratta un monumento o un luogo di culto, 300 se si scelgono edifici, segnali stradali, vetrine e mezzi di trasporto. Previsto l’obbligo di ripulire entro 15 giorni, pena un altro addebito da parte del Comune alla fine dei lavori.

Roma sposa la linea dura di Milano. Qui a luglio 2007 è stata attivata una task force di vigili che ha denunciato oltre 50 writers. A inizio 2009 è stata firmata l’ordinanza che ha permesso di fare oltre 100 multe da 500 euro. Il Comune si è costituito parte civile in diversi procedimenti penali, l’ultimo contro il famoso graffitaro Bros. E una banca dati raccoglie un centinaio di tag, i nomi degli autori utili a “incastrare” il colpevole senza la flagranza di reato. Tanto più che da agosto le nuove norme sulla sicurezza hanno inasprito le sanzioni. I danni sono notevoli, i costi per porvi rimedio pure, ma non sono un deterrente. Non ci pensavano i due ragazzi che due giorni fa hanno scritto “Sono apparso alla Madonna” vicino piazza Santo Spirito. Denunciati. Ma a Firenze le sanzioni sono rare, la giunta si è concentrata sulle tecnologie “pulisci-muri”, e il Comune deve provvedere alla copertura delle scritte “a contenuto politico o blasfeme o contrarie alla pubblica decenza”.

A Bologna il piano-antigraffiti della giunta Delbono va a rilento, ma è stato messo a punto un vademecum per evitare gli interventi fai-da-te con vernice e pennello. A Napoli per Carnevale è stata vietata la vendita e l’uso anche di spray che imbrattano, chi trasgredisce paga 200 euro. A Bari, a gennaio, ci ha pensato il sindaco Emiliano a far cancellare agli ultrà le scritte razziste contro Mario Balotelli. A Potenza vigilano poliziotti in borghese, e a Palermo ci sono le sanzioni ma i graffiti appaiono su diversi monumenti. Altre città sperimentano modelli diversi. Torino preferisce assicurare gli spazi pubblici contro i vandali. “Non c’è un’emergenza che ci spinga a fare un’ordinanza – assicura l’assessore all’Arredo urbano, Ilda Curti – Il divieto di imbrattare i muri è previsto dal regolamento comunale. Portiamo avanti politiche alternative”. Palazzo Civico ha previsto pacchetti di pulizia scontati per i condomini, e sono nate scuole che educano i writers a sfogarsi negli spazi appositi. Genova con i graffittari ha un rapporto di dialogo, ma per pulire i muri il Comune spende ogni anno 90mila euro. Nel 1995 era nata “Coloriamo”, iniziativa per decorare i sottopassaggi, nel 2007 un muro del centro è stato dipinto da artisti coordinati dal writer Christian Blef. Titolo dell’opera: “Rules”.

(08 febbraio 2010)

da La Repubblica

Scatta l’ordinanza anti-lavavetri a Roma

Lavavetri, a Roma scatta l’ordinanza

Oggi i primi controlli, domani divieto a regime

di Simona Tagliaventi

ROMA – Entrerà in vigore l’ordinanza sui lavavetri e i giocolieri emanata dal Comune di Roma. Si comincia con i controlli dei vigili urbani per poi entrare a regime da domani. “Mi aspetto un risultato di lotta al degrado e un risultato per scoprire i retroscena di questo fenomeno – ha detto il sindaco Gianni Alemanno – perché con questo intervento noi permetteremo di far emergere un racket, se questo racket come noi pensiamo esiste. Faremo così emergere – ha aggiunto – i problemi di chi è costretto a vivere pulendo i vetri alle macchine, cosa che spesso viene anche imposta ai cittadini. E di pari passo vogliamo lavorare anche per ottenere una migliore vivibilità per i cittadini. Sottolineo però che non facciamo questo solo per i cittadini ma anche per combattere – ha concluso Alemanno – un modo di vivere che è francamente inadeguato a una città come Roma”. Lunedì scenderanno in campo 25 pattuglie della polizia municipale che passeranno al setaccio gli incroci più frequentati da lavavetri e giocolieri.

“Oggi – ha spiegato il comandante dei vigili urbani, Angelo Giuliani – inizieremo i primi controlli anche in virtù del fatto che si tratta di una giornata festiva. Da domani il servizio andrà a pieno regime con l’utilizzo di 25 pattuglie che passeranno al setaccio gli incroci più frequentati da lavavetri e giocolieri”. Le forze da mettere in campo, però, “saranno definite – sottolinea il comandante – una volta misurata l’efficacia dell’intervento per poter tarare il servizio secondo le necessità”. Ai lavavetri e ai giocolieri, spiega Giuliani, “verrà comminata una multa di 100 euro, sequestrata l’attrezzatura e si provvederà alla verifica della regolarità dei documenti in possesso delle persone che controlleremo. Per quanti vorranno essere aiutati o assistiti perché in condizioni particolarmente disagiate, il Comune ha messo a disposizione e attivato le strutture per la loro eventuale accoglienza”.

“A questo punto la questione lavavetri diventa marginale. E’ la solita foglia di fico per coprire problemi più grandi. Roma é una città in cui la gente muore in carcere, vedi il caso Cucchi, dove le periferie sono sempre più invivibili, e dove sta montando un clima di intolleranza verso gli stranieri”, ha commentato il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. “Condivido pienamente le parole del sindaco Alemanno. Il provvedimento rappresenta un ulteriore passaggio per portare la sicurezza e il decoro a Roma a un livello qualitativamente più alto e scardinare quel racket dei semafori che da anni attanaglia la città”, ha detto invece il presidente della commissione Sicurezza del Comune Fabrizio Santori (Pdl). Nei giorni scorsi il gruppo provinciale di Sinistra e libertà aveva affisso su alcuni semafori della capitale alcuni volantini in inglese e bengalese per informare gli immigrati degli effetti dell’ordinanza comunale.

da ANSA.IT

Studenti-polizia, è scontro

«Volevamo uscire in corteo per andare a lanciare pantofole contro la sede del ministero dell’Economia, come hanno fatto gli studenti francesi una settimana fa». Uno studente del movimento dell’Onda spiega così l’inizio degli scontri con le forze dell’ordine ieri alla Sapienza. Scontri che si sono conclusi nel primo pomeriggio con decine di contusi. In mattinata circa trecento studenti hanno tentato più volte di forzare il cordone di poliziotti e uscire dalla città universitaria, violando così il recente protocollo (l’11 marzo l’ordinanza di sindaco e prefetto) sulle manifestazioni pubbliche nella Capitale. Le forze dell’ordine hanno caricato gli studenti respingendoli almeno due volte nell’ateneo. «Non si vedeva da tempo una cosa così, molti di noi si sono fatti male», dicono alcuni studenti. Alla carica i dimostranti hanno risposto anche con lancio di pietre. «Mi hanno colpito con il manganello girato dalla parte del manico – spiega uno di loro mostrando la spalla – che è quella che fa più male».

da Metronews.it

Onorato (PD), “Alemanno si accorge inutilità dell’ordinanza anti-alcol”

Roma, 21 gen. – (Adnkronos) – “Apprendiamo dal sindaco che i riscontri sull’ordinanza anti-alcol sono positivi e che l’ordinanza e’ provvisoria e sperimentale. Io aggiungerei anche inutile“. Lo ha dichiarato Alessandro Onorato, consigliere comunale del Pd a Roma e vice-presidente della commissione commercio e attivita’ produttive.

“Infatti, Alemanno proprio oggi, a circa una settimana dall’entrata in vigore dichiara di ‘augurarsi che tra qualche settimana non serva piu’ perche’ se c’e’ un’autodisciplina e maggiore controllo del territorio non c’e’ bisogno di questa ordinanza che e’ per l’emergenza’. La sensazione – sottolinea il vicepresidente della commissione commercio – e’ che il sindaco si sta rendendo che l’ordinanza contro gli alcolici e’ del tutto inutile e marginale e non puo’ legarsi ad un auspicio ma a fatti concreti come il controllo del territorio”.

“Infatti delle due l’una – conclude Onorato – o serve una ordinanza che rafforza un dispositivo o serve il controllo del territorio. Ma il sindaco e’ in grado di garantire la sicurezza nel centro storico e nella periferia. Intanto rammento al sindaco che solo ieri il sindacato della Polizia Municipale ha denunciato per l’ennesima volta carenza di mezzi ed uomini”.

Anche Roma contro i lavavetri

Carlantonio Solimene

Il Comune di Roma sta studiando un’ordinanza per eliminare dalle strade della Capitale i lavavetri. A comunicarlo è stato il presidente della commissione Sicurezza del Campidoglio Fabrizio Santori.

Dopo che il Tribunale amministrativo della Regione Toscana ha respinto (con la sentenza numero 1889/2008) i ricorsi presentati contro l’analoga ordinanza varata poco più di un anno fa dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, anche gli uffici tecnici e legali del Comune di Roma sono al lavoro per stilare un provvedimento che non possa essere sottoposto a nessuna ricusazione.
Che il fenomeno dei lavavetri avesse assunto nella Capitale dimensioni considerevoli, in special modo con il rientro dei romani dalle ferie, era stato segnalato già la settimana scorsa da «Il Tempo». Tra le strade più «colpite» via Portuense, viale Marconi, la circonvallazione Gianicolense e piazza Dunant. Proprio qui, nel dicembre del 2006, Giampiero Stramucci, una guardia giurata di 62 anni, fu ucciso mentre era al volante della sua auto a un semaforo da un gruppo di mendicanti per non aver lasciato l’elemosina. È a quell’episodio che Santori si richiama per spiegare la necessità del provvedimento allo studio.
«L’ordinanza che vareremo – spiega – riguarderà tutti i casi di accattonaggio molesto, e quindi non necessariamente solo i lavavetri. Ovviamente, per essere efficace non potrà limitarsi al semplice sequestro degli “strumenti di lavoro” o alle sanzioni amministrative».
Si profila, dunque, come conferma lo stesso Santori, la possibilità che per i lavavetri si aprano le porte del carcere. Proprio com’era previsto nell’ordinanza di Domenici, che stabiliva in un massimo di tre mesi di reclusione la pena per chi creava «intralcio alla circolazione, nocumento all’igiene delle strade, ma soprattutto episodi di molestie e il pericolo di conflitto sociale».
«Ovviamente – aggiunge ancora il presidente della commissione Sicurezza del Campidoglio – per far funzionare al meglio l’ordinanza che stiamo studiando, occorrerà avere a disposizione un numero sufficiente di vigili urbani pronti a far rispettare le regole. Altrimenti, si tratterebbe di un provvedimento di pura immagine, e non è quello che intendiamo fare».
A chi gli chiede se non teme una serie di nuovi attacchi all’amministrazione per un provvedimento «poco umano», così come accadde all’epoca dell’ordinanza «anti-rovistaggio», Santori risponde deciso: «Noi ci limitiamo ad ascoltare i nostri cittadini, cercando di capirne le esigenze e di fare qualcosa per soddisfarle. I cittadini ci hanno votato per rimediare al disastro in cui la precedente amministrazione ha lasciato Roma».
«È vero che i lavavetri non rubano – insiste Santori – ma è altrettanto vero che svolgono il loro “lavoro” in maniera prepotente, rischiando di causare episodi spiacevoli».
«In ogni caso – conclude – così come gli uffici del Comune sono al lavoro sugli aspetti tecnici del provvedimento, anche il sindaco Alemanno è in contatto costante con le associazioni cattoliche e umanitarie del territorio per accoglierne le istanze ed eventuali suggerimenti da applicare alla norma».
Anche la discussa ordinanza che vietava di rovistare nei cassonetti potrebbe comunque essere riproposta in una nuova versione. «Le polemiche scatenatesi su quel provvedimento – spiega Santori – non tenevano conto del fatto che anche in tante altre città europee e italiane un simile comportamento è vietato dalla legge. Inoltre, non è vero che tutti quelli che rovistano nei cassonetti lo fanno per fame. In molti casi, gli oggetti trovati tra l’immondizia vengono rivenduti nei mercatini».

da a Il Tempo

L’Italia, il Paese dove divertirsi è vietato

«Turisti attenti: se una cosa è divertente, l’Italia ha una legge che lo vieta»: con questo titolo il quotidiano inglese “Independent on Sunday” commenta la «tempesta di nuove regole e regolamenti che rischiano di trasformare il Bel Paese nel più grande stato-babysitter».

«Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, eccetto in quella città o paese dove si trovano – scrive il giornale -. A Genova, per esempio, è ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra. A Roma è ok, ma se ti sdrai sotto un pino o sui gradini di piazza di Spagna per berla, o solo per mangiare un sandwich, il tuo comportamento “indecoroso” può essere penalizzato. Lo stesso se il tuo snack all’aria a aperta è seguito da un sonnellino».

Il giornale elenca molte delle ordinanze di quest’estate, e ricorda: «Il governo di Silvio Berlusconi può essere stato il primo al mondo a introdurre il ministero della Semplificazione con il compito di identificare ed abolire leggi inutili, ma nell’interesse di una maggiore democrazia a livello locale e della sicurezza, il suo ministro dell’Interno Roberto Maroni ha consentito a migliaia di fiori legali di sbocciare. Molte di queste ordinanze non verranno probabilmente mai fatte rispettare, ma sarà una scarsa consolazione per colui che dava da mangiare ai piccioni, che avrà una pesante multa tra i suoi souvenir delle vacanze».

da Il Secolo XIX

THE INDEPENDENT contro l’Italia “Vietate tutte le cose divertenti”

LONDRA – Sono tante le cose che non si possono fare nel nostro Paese, in questa estate 2008. Prendiamo ad esempio le spiagge: su tutto il territorio nazionale è vietato farsi fare un massaggio cinese sul lettino, o comprare un pareo o un costume da un vu cumprà. E se poi passiamo in ambito locale, le proibizioni crescono, grazie a una serie di provvedimenti emanati da sindaci più o meno sceriffi. Una situazione diffusa che adesso finisce nel mirino dei giornali inglesi. O più precisamente in quello dell’autorevole THE INDEPENDENT, che al fenomeno tricolore del “nonsipuotismo” stabilito per legge (o per ordinanza) dedica un ampio articolo. Con un titolo che è già un commento: “Turisti attenti: se una cosa è divertente, l’Italia ha una legge che lo vieta“.

Oggetto del reportage, come è spiegato dalle pagine del giornale, è la “tempesta di nuove regole e regolamenti, che rischiano di trasformare il Belpaese nel più grande stato-babysitter“. Con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico.

In realtà, però, l’articolo dell’Independent – oltre a una denuncia dell’eccesso di regole e regolette in vigore in casa nostra – vuole anche avvertire i visitatori provenienti dall’estero. I quali, magari abituati a situazioni più permissive, vanno incontro a possibili sanzioni: “Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, eccetto in quella città o paese dove si trovano – scrive il giornale – a Genova, per esempio, è ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra. A Roma è ok, ma se ti sdrai sotto un pino o sui gradini di piazza di Spagna per berla, o solo per mangiare un sandwich, il tuo comportamento ‘indecoroso’ può essere penalizzato. Lo stesso se il tuo snack all’aria aperta è seguito da un sonnellino”.

Il giornale elenca molte delle ordinanze di quest’estate, e ricorda: “Il governo di Silvio Berlusconi può essere stato il primo al mondo a introdurre il ‘ministero della semplificazione’ (quello del leghista Roberto Calderoli, ndr) con il compito di identificare ed abolire leggi inutili, ma nell’interesse di una maggiore democrazia a livello locale e della sicurezza, il suo ministro dell’Interno Roberto Maroni ha consentito a migliaia di fiori legali di sbocciare. Molte di queste ordinanze non verranno probabilmente mai fatte rispettare, ma sarà una scarsa consolazione per colui che dava da mangiare ai piccioni, e che avrà una pesante multa tra i suoi souvenir delle vacanze”.

E gli esempi, al di là di quelli forniti dal quotidiano britannico, potrebbero continuare. Ecco qualche altro esempio. A Forte dei Marmi non si può fare giardinaggio nel weekend, mentre a Novara, dopo le 11 di sera, è proibito stazionare nei parchi in più di due persone. A Capri e a Positano, è proibito portare gli zoccoli ai piedi. Il divieto di andare in giro a torso nudo se sei uomo, in bikini se sei donna arriva invece da Viareggio, dove è vietato anche appoggiare i piedi sulle panchine o andare in skateboard sulla passeggiata del lungomare.

(17 agosto 2008)

da laRepublica.it