Cane avvisato…

Cerro al Volturno (Is): sindaco vieta ai cani di abbaiare nelle ore di riposo

CERRO AL VOLTURNO (ISERNIA) – Divieto a tutti i cani di abbaiare, dalle 13 alle 16 e dalle 21 alle 8.30, pena una multa da 25 a 500 euro: gli animali di Cerro al Volturno e i loro padroni sono avvertiti. Questa la signolare ordinanza del sindaco del paesino molisano, Vincenzo Iannarelli, che vieta ai cani di emettere suoni nelle ore di riposo. Curioso sarà vedere come si potrà applicare il divieto: i padroni dovranno costringere i cani alla museruola per 16 ore al giorno anche in casa?

Nel documento di sei pagine il primo cittadino fissa tutta una serie di regole che riguardano gli animali domestici, per evitare che questi possano fare del male ai cittadini. Tra le regole c’è anche qualche obbligo che sta suscitando non poche polemiche: i cani dovranno essere custoditi all’interno delle aree private in maniera tale da ridurre al massimo l’eventuale disturbo della quiete e, in particolare, evitare che abbaino nelle fasce orarie pomeridiane (13-16) e in quelle serali e notturne (21-8.30).

Non solo: secondo l’ordinanza le cucce dei cani in casa dovranno essere ad esempio posizionate nel punto più lontano dalle abitazioni dei confinanti e comunque “adottando misure idonee a contenere il propagarsi dei rumori provocati dai cani”. Il sindaco forse pensa a insonorizzare le cucce?

Dovranno inoltre – si legge sempre nell’ordinanza – “essere adottate tutte le misure necessarie affinchè i cani non disturbino con il loro abbaiare i passanti sulle aree pubbliche adiacenti l’area dove sono custoditi”. E non è tutto. Inoltre, il sindaco stabilisce che ai cani è vietato l’ingresso, anche se portati al guinzaglio e con la museruola, nei parchi e nei giardini pubblici comunali e in tutte le aree in cui sono presenti giochi per bambini. Infine, per strada i cittadini possono far circolare i loro cani solo se condotti al guinzaglio a patto che non sia più lungo di un metro e 50 centimetri.

da Blitzquotidiano.it

Monte di Procida, multe a chi dà cibo a randagi

Ordinanza del comune del Napoletano che prevde sanzioni economiche dai 100 ai 600 euro per chi è sorpreso a dare cibo a cani, gatti e colombi. ‘Provvedimento reso necessario – si legge nel documento – dalla tutela dell’giene pubblica’. Protestano gli animalisti: ‘Decisione inumana, il sindaco ci ripensi’. E tu sei d’accordo?

Vietato dar da mngiare a cani e gatti randagi: pena una multa dai 100 ai 600 euro. E’ quanto prevdere un’ordinanza del comune di Monte di Procida. Il ricorso al provvedimento, si legge nell’ordinanza, è spiegato con la necessità di fronteggiare “problemi di carattere igienico sanitario in alcune pubbliche vie, piazze e spazi di verde attrezzato, causati da residui di cibo che vengono somministrati a cani e gatti randagi e ai colombi da privati cittadini”. Di qui il divieto assoluto di somministrare cibo ai randagi.
“L’ordinanza emessa dal Comune di Monte di Procida in provincia di Napoli non solo è contrario al sentimento di pietà verso i più bisognosi ma soprattutto confligge con le leggi a tutela degli animali d’affezione che cercano di favorire un buon rapporto degli umani con gli animali e, tra le altre cose, favoriscono l’istituzione dei cani di quartiere”.

Lo dice Walter Caporale, presidente dell’associazione ‘Animalisti Italiani’. “Le norme sanitarie – aggiunge la nota – vanno rispettate senza compromettere la sopravvivenza degli animali. Occorre dare spazio al buon senso e favorire la somministrazione di alimenti agli animali soprattutto in questo periodo dell’anno caratterizzato da temperature rigide”. L’associazione ‘Animalisti Italiani Onlus’ fa appello al sindaco di Monte di Procida “affinchè individui immediatamente una serie di luoghi da destinare alla somministrazione di cibo agli animali randagi da parte di privati cittadini”

da La Repubblica

A Seveso debuttano le ronde contro le cacche dei cani

Le ronde padane sono ancora ben al di là da venire. In compenso, Seveso ha inaugurato le prime ronde contro le cacche dei cani. Proprio così: avete letto bene. In questi giorni è partita la seconda fase di “Non farmi vergognare! Raccogli sempre la mia cacca”, la campagna di sensibilizzazione per la raccolta degli escrementi dei cani da parte dei proprietari.

Dopo la distribuzione dei volantini avvenuta durante l’ultima fiera venatoria e l’affissione dei manifesti nelle scorse settimane, la campagna è entrata nel vivo con una sorta di verifica della situazione “via per via”.

Grazie alla collaborazione tra la Polizia Locale e l’Ufficio Ecologia, infatti, è in corso il monitoraggio della situazione rispetto all’incivile pratica di non raccogliere gli escrementi dei cani. Un operatore della Polizia Locale e uno dell’Ufficio Ecologia stanno verificando il rispetto dell’ordinanza che obbliga i proprietari dei cani ad avere idonea attrezzatura per la raccolta degli escrementi (bisogna avere almeno il sacchetto).

Il primo sopralluogo ha interessato le vie del centro e ha evidenziato, purtroppo, l’incivile abitudine di far fare la cacca ai cani nelle aiuole come se fosse lecito e normale. Non è così! Non si deve pensare che il verde nella Città sia un bagno pubblico per i cani. “Usare” le aiuole è un gesto da far vergognare persino i cani.

“Condividiamo il pensiero espresso dal cane del manifesto – afferma il Sindaco dottor Donati – perché siamo convinti che i cani si vergognano veramente dei loro padroni quando questi hanno comportamenti incivili. Avere un cane è un gesto di responsabilità sia nei confronti del cane stesso che dell’intera comunità. Non si può dire di amare e rispettare un cane se poi non ci si preoccupa del rispetto del decoro della città. – ha concluso il Sindaco -“.

I trasgressori saranno puniti con le sanzioni da € 25,00 a € 150,00 previste dall’Ordinanza sindacale n. 131/2006. Durante i controlli sarà chiesto ai padroni dei cani di dimostrare di avere gli strumenti idonei per la raccolta degli escrementi. In caso contrario scatteranno le sanzioni previste dall’ordinanza n. 131/2006.

da mbnews

In strada tutti i cani dovranno avere il guinzaglio

ROMA – Potrebbe arrivare presto il guinzaglio per tutti i cani a passeggio per strada, quindi non solo per i cani detti «pericolosi». Questa una delle novità che saranno contenute nella nuova ordinanza sulla «Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani» in corso di stesura. Lo ha riferito il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini ribadendo che, nel nuovo testo, la black-list delle razze pericolose «non ci sarà».

E, dalla Cassazione, arriva una sentenza che punta sulla responsabilità del proprietario. In sostanza, il padrone di un cane, specie se aggressivo come il pitbull, ha affermato la Cassazione, è sempre responsabile del comportamento dell’ animale anche quando questo viene affidato ad un’altra persona anche se di famiglia che, non essendo «la persona dominante», è inadeguata a gestirlo. Una sentenza, ha commentato Martini «che ci aiuta molto. Condivido il fatto che il proprietario è responsabile dell’animale». In tal senso «punterò molto sulla formazione dei proprietari e in questo i veterinari saranno un nodo cruciale».

Per quanto riguarda l’ordinanza, «sono contraria – ha detto Martini – al fatto che si lascino cani liberi in strada». Nella nuova ordinanza, quindi, guinzaglio sempre e per tutti. Confermato anche l’uso della museruola. In questo senso si sta pensando a collegare la museruola a determinate caratteristiche dell’animale (grossa stazza, reattività, vigososità) e non alle razze.

L’ordinanza attualmente in vigore (la scadenza è per il gennaio 2009), prevede ora o il guinzaglio o la museruola per i cani appartenti a razze o incroci non compresi nell’elenco delle 17 razze di cani pericolosi elencate.

Il nuovo provvedimento cui sta lavorando il sottosegretario Martini, prende in causa la responsabilità del proprietario e ha lo scopo di «identificare gli strumenti per ridurre i fattori di rischio». «Non proponiamo soluzioni semplicistiche – ha spiegato – che non guardano la radice del problema che è l’irresponsabilità». «Non smantelliamo – ha sottolineato Martini – il principio di sicurezza dei cittadini ma prendiamo in causa la responsabilità del proprietario».

Inoltre, ha anticipato Martini, l’ordinanza sarà «leggera» sulla formazione, capitolo che invece entrerà in un disegno di legge ad hoc.

Nella nuova ordinanza, quindi, confermato lo stop alla black-list, guinzaglio sempre per le vie cittadine per tutti i cani, museruola a seconda dei casi. Resta invariata la parte che riguarda l’ assicurazione e quella che vieta la detenzione di cani impegnativi a soggetti che hanno precedenti penali.

da La Stampa

In Liguria è vietato conversare con donne fasciate da abito provocante

(Caterina Cossu ed Erica Manna – La Repubblica, edizione di Genova)

State intrattenendo una conversazione con una donna fasciata da un abito provocante in bilico sui tacchi a spillo? Vietato. Potrebbe «esercitare meretricio», e per il “contrattatore” – nonché per la signorina – la multa salata è in agguato. I bambini si lanciano la palla nella piazza davanti al Municipio? Proibito, gli schiamazzi disturbano. Amate pedalare sulla passeggiata in riva al mare? Per carità, la pavimentazione si rovina. E guai a girovagare lontano dalla spiaggia a torso nudo o in bikini: la pubblica decenza ne risentirebbe.

Benvenuti nell´estate del divieto. D´altronde, il ministro dell´Interno Roberto Maroni l´aveva detto: sindaci, siate creativi. Ebbene, anche in Liguria come fantasia non scherzano. E così, tra una proibizione e l´altra, per il turista l´estate in Riviera può diventare uno slalom. Tra cosa si può e cosa, invece, non si può proprio fare.

Ora ci si mette pure il londinese Independent on Sunday, a bacchettare il rigore nostrano: «Cari turisti, state attenti in Italia. Se esiste qualcosa di divertente, c´è una legge che la vieta».

Certo, in Liguria siamo ben lontani dal proibizionismo di certe città del Nord-Est, dove persino le panchine hanno il bracciolo centrale per impedire lo spettacolo degradante di chi si addormenta all´addiaccio. Ma alcune ordinanze hanno fatto scuola anche in Riviera. Come quella del sindaco di Venezia Massimo Cacciari: per contrastare la vendita delle merci contraffatte, nei comuni di Ventimiglia, Alassio e Finale ligure è vietato passeggiare con un voluminoso borsone al seguito. Chi ne viene trovato in possesso deve giustificare alle autorità la provenienza della merce.

Se avete una famiglia molto numerosa, poi, occhio a non affittare per le ferie un alloggio troppo piccolo: ad Albenga, il Comune ha stabilito il numero massimo di persone “al metro quadro”, a seconda della tipologia abitativa.

Vita dura, poi, per chi esercita il mestiere più antico del mondo: a Chiavari, rischiano la multa sia le prostitute che i clienti. Motivo? Intralcio del traffico e offesa della pubblica decenza.

Ma la palma del rigore va sicuramente a Sanremo, dove rischia di essere sanzionato chi si intrattenga su una strada pubblica, anche solo per chiedere informazioni, con chi «per le modalità comportamentali, manifesta l´intenzione di esercitare l´attività consistente in prestazioni sessuali».

Attenzione anche alla movida. Solo Bordighera tollera la musica alta fino alle 2 del mattino. E da Ponente a Levante sono sempre più numerosi i divieti di passeggiare con i contenitori di vetro. Alla Spezia, nel quartiere umbertino, fuori dai locali non si possono consumare alcolici dopo le 20. Nemmeno nei bicchieri di plastica.

Tempi duri anche per gli amanti dei bivacchi nei parchi e nelle piazze: a Sanremo è vietato sdraiarsi per terra negli spazi pubblici consumando alcolici. Ad Albisola Marina, per contrastare l´abitudine diffusa ad abbandonarsi a pennichelle all´ombra, un´ordinanza vieta di sdraiarsi nelle aiuole comunali. E ad Alassio, nei giardini pubblici, non si può nemmeno mangiare.

Orologio e calendario alla mano, poi, persino per la passeggiata di Fido. A Lerici i cani possono accedere alla scogliera sono in determinate fasce orarie: dal 13 agosto al 30 settembre solo dalle 20 alle 7.30 del mattino.

Dal bacio in auto agli zoccoli. Sì, l’Italia è tutta un divieto

di Federica Fantozzi

Altro che estate all’insegna della libertà: l’Italia si scopre il Paese dei divieti. Dagli zoccoli di legno, alle effusioni amorose, dai tagliaerba usati fuori orario ai bagni nelle fontane cittadine: la lista delle proibizioni aumenta di anno in anno. Non senza qualche curiosità. A Novara è vietato stare nei parchi di sera in gruppi di 3 o più persone. Ordine del sindaco leghista.

Fate attenzione: «È assolutamente vietato danneggiare o rubare i cartelli che recano messaggi di divieto», pena la multa fino a 428 euro. Facinorosi e collezionisti sono avvertiti, se non vogliono rimpinguare le casse dei più disparati comuni italiani. Perché quest’estate il Belpaese è tutto un divieto: si è passati dalla finanza all’ordinanza creativa, e al vacanziere tocca la gimkana. Il manifesto ne ha pubblicata una mappa dettagliata, spassosa e inquietante.

Ah sposarsi a Cernobbio, sul lago di Como celebrato dal Manzoni e ammodernato da George Clooney: a togliere un filo di romanticismo è giusto l’ispezione igienico-sanitaria obbligatoria nella casa dei novelli coniugi. Belli e così tipici gli zoccoli da mare che si possono ammirare, nonché comprare a caro prezzo, nelle boutique di Capri: peccato che ad indossarli si disturbi la quiete balneare e arrivano i vigili. Il prato della villetta che avete affittato è invaso di gramigna? La siepe minaccia di entrarvi in camera? Il rampicante ha occluso il camino? Se siete a Forte dei Marmi rischiate 500 euro di multa a impugnare il tagliaerba nelle ore pomeridiane consacrate alla pennichella o nei fine settimana (si prevedono proteste dei giardinieri, il cui giro d’affari è in pericolo). In via di estinzione i gruppi di amici a Novara dove il sindaco leghista ha vietato lo «stazionamento serale di 3 o più persone» nei parchi e nei giardini comunali. Il che sembrerebbe favorire le coppiette, laddove a Eboli, parecchio più a Sud, due bacetti in auto possono costare cari.

Poi ci sono i divieti intuitivi ma non del tutto. Quasi ovunque non si può fare il bagno nelle fontane. Un’italiana trasferita in Islanda ha scritto a un quotidiano: il suo nordico compagno e i loro due figli facevano il pediluvio in una fontana romana, quando un tutore dell’ordine li ha allontanati in malo modo urlando e spaventando i pupi. «Visto che a Reykjavik si può – si duole lei – Dovrebbero mettere un cartello».

Altro divieto ad ampio raggio è il tuffo in spiaggia. Ma se il trampolino c’è, però non si può usare, che senso ha? O vale per quelli – molti senza dubbio – che se lo portano da casa al posto delle paperelle di gomma e del secchiello? A proposito: a Eraclea, nel Veneto dei sindaci-sceriffi, non si possono scavare buche né costruire castelli di sabbia sul bagnasciuga: non sia mai un passante ci caschi dentro o ci sbatta contro.

L’ultima tendenza è l’ordinanza anti-bivacco, elasticissima. A Verona, i concittadini del padano sindaco Tosi si sono ritrovati le panchine divise a metà da una sbarra che impedisce sì il pisolino ai barboni, ma anche la permanenza comoda a chiunque superi 50 chili di peso. È la stessa città dove vige il no smoking nei parchi: l’unica vittima per ora è stato un immigrato costretto a sganciare 50 euro, ma la giurano che sia una coincidenza. A Vicenza inflessibili vigili in bici hanno multato una coppia di ragazzi perché leggevano libri in un parco pubblico. I due hanno protestato: altri non sono stati sanzionati, non sarà perché gli autori da loro prescelti erano Pasolini e Saviano? Le autorità comunali dibattono pensose se presidiare la linea della fermezza o incentivare l’alfabetismo.

A Roma il neo-sindaco Alemanno ha i suoi grattacapi: appena ha pubblicizzata l’ordinanza anti-cassonetto gli sono saltati tutti addosso, dall’associazionismo cattolico ai consumatori ai vegani più à la page. Morale, ha dovuto fare retromarcia: «Ce l’avevo con il racket, mica con i poveracci». Né pare di facile applicazione il rimedio anti-writers: chi sarà sorpreso a imbrattare muri pubblici dovrà cancellare, oltre al suo, 10 graffiti.

A Firenze, il nuovo regolamento-omnibus disciplina pressoché tutti i comportamenti. Il problema è che i residenti ancora non lo hanno letto e non lo sanno. Ne conseguono contravvenzioni a pioggia: 160 euro all’incauto che ha steso i panni dalla finestra in modo visibile ai turisti del centro fiorentino. Multate due mendicanti sdraiate sul marciapiede: non perché chiedessero l’elemosina ma per intralcio alla circolazione. Non è proibito – come a Venezia o Positano – mangiarsi un panino in strada purché non lo si faccia «in modo indecente». Arbiter elegantiae, ovviamente, il vigile: che ha sanzionato una famigliola francese priva di buona creanza. In Laguna, dopo un duro braccio di ferro con i venditori di becchime, è diventato fuorilegge nutrire i celebri piccioni di San Marco. Si spera che i pennuti, pasciuti da decenni di turismo bendisposto, non diventino antropofagi.

In ogni caso, comune che vai sindaco che trovi. Sarebbe vietato circolare vicino alla riva con gommoni e moto d’acqua a motore acceso. Ma quando Briatore & company hanno suscitato lo sdegno dei bagnanti approdando a tutta birra sulla spiaggia sarda di Capriccioli, il primo cittadino di Arzachena ha vestito i panni di Giobbe: «Reazioni esagerate, sa quanti ce ne sono di maleducati? Certe presenze fanno bene per il turismo, bisogna sopportare». Anche il divieto di occupare la battigia è variamente applicato lungo la Penisola. Come la repressione dei «furbetti dell’ombrellone»: colpevoli di lasciarlo piantato sulla spiaggia libera anziché caricarselo in spalla ogni sera. Nessuno, ci si augura, ha davvero pagato mille euro per aver lasciato l’asciugamano a occupargli il posto. Poi: vietato il volantinaggio pubblicitario tra le sdraio, ma non i mega-striscioni aerei che sfondano i timpani.

E se dappertutto è proibito portare cani in spiaggia – alla faccia degli abbandoni – a Capalbio la questione è di stile. All’Ultima spiaggia un cartello informa che «è vietato condurre animali». Subito sotto, a pennarello, la rettifica: «Il dottor Vigna ritiene che il termine “condurre” sia sbagliato. È dunque vietato introdurre animali».

Pubblicato il: 15.08.08 su Unità.it